Linfoma non-Hodgkin e leucemia linfoblastica acuta a cellule B: Azercabtagene zapreleucel aumenta la persistenza delle cellule CAR-T allogeniche eludendo il rigetto da parte del sistema immunitario del paziente
Un regime di linfodeplezione potenziato seguito da terapia con cellule CAR-T ha indotto una risposta tra i pazienti con neoplasie delle cellule B recidivanti o refrattarie.
Lo studio non-randomizzato e multicentrico di fase 1/2 ha valutato Azercabtagene zapreleucel ( PBCAR0191 ) dopo una maggiore linfodeplezione per i pazienti con linfoma non-Hodgkin o leucemia linfoblastica acuta a cellule B.
Azercabtagene zapreleucel è una terapia con linfociti CAR T allogenici, geneticamente modificati, diretta contro CD19, derivata da cellule T di donatori sani.
I pazienti che hanno preso parte allo studio di dose-escalation di fase 1 sono stati sottoposti a un regime standard di linfodeplezione con Fludarabina e Ciclofosfamide che ha provocato una scarsa espansione e persistenza delle cellule CAR-T.
E' stato esplorato l'impatto di un regime di linfodeplezione potenziato per migliorare la cinetica delle cellule CAR-T e i risultati clinici.
Il regime di linfodeplezione potenziato ha aumentato la dose di Fludarabina a 30 mg/m2 al giorno per 4 giorni, rispetto ai 3 giorni del regime standard.
E' stata anche raddoppiata la dose di Ciclofosfamide a 1.000 mg/m2 al giorno per 3 giorni.
Dopo una maggiore linfodeplezione, i partecipanti allo studio hanno ricevuto Azercabtagene zapreleucel a una dose di 3 × 10(6) cellule/kg.
La maggiore linfodeplezione è risultata associata a un aumento significativo dell'espansione delle cellule CAR-positive, con un incremento di circa 21 volte del picco di espansione delle cellule CAR-T rispetto alla linfodeplezione standard.
Sono stati presentati i risultati di 22 adulti con linfoma non-Hodgkin recidivante o refrattario ( n = 17; età mediana, 59 anni; range, 34-76 ) oppure leucemia linfoblastica acuta a cellule B ( n = 5; età mediana, 50 anni; range, 26-56 ) che hanno subito una maggiore linfodeplezione seguita da Azercabtagene zapreleucel.
I pazienti dello studio avevano ricevuto una mediana di cinque linee di terapia precedenti. Quattro pazienti ( 24% ) con linfoma non-Hodgkin avevano ricevuto una precedente terapia autologa con cellule CAR-T dirette contro CD19, così come un paziente ( 20% ) con leucemia linfoblastica acuta a cellule B.
I tassi di risposta obiettiva ( ORR ) sono stati del 71% nell'intera coorte, del 69% tra quelli con linfoma non-Hodgkin e dell'80% tra quelli con leucemia linfoblastica acuta a cellule B.
I tassi di risposta completa ( CRR ) sono stati del 62% nell'intera coorte, del 56% tra quelli con linfoma non-Hodgkin e dell'80% tra quelli con leucemia linfoblastica acuta a cellule B.
Tutti i partecipanti allo studio che avevano ricevuto una precedente terapia con linfociti CAR-T diretti contro CD19 hanno risposto alla terapia.
Coloro che avevano ricevuto in precedenza CAR-T sembravano più propensi a ottenere una risposta completa rispetto ai non-riceventi ( 80% versus 56% ).
Il 65% dei pazienti con linfoma non-Hodgkin e l'80% di quelli con leucemia linfoblastica acuta a cellule B hanno manifestato una sindrome da rilascio di citochine ( CRS ) di grado 1 o 2. Non si sono verificati casi di sindrome CRS di grado 3 o superiore.
Un paziente con linfoma non-Hodgkin ha sviluppato una sindrome da neurotossicità associata alle cellule effettrici della risposta immune ( ICANS ) di grado 3.
Il 41% dei pazienti con linfoma non-Hodgkin e l'80% di quelli con leucemia linfoblastica acuta a cellule B ha sviluppato infezioni di grado 3 o superiore.
Non si sono verificati casi di malattia del trapianto contro l'ospite.
La maggiore linfodeplezione ha mitigato il rigetto di Azercabtagene zapreleucel e ha notevolmente migliorato l'espansione e la persistenza delle cellule di picco, con tossicità prevedibile.
I risultati tra i pazienti che hanno ricevuto una precedente terapia autologa con cellule CAR-T sono incoraggianti; 3 di questi 5 pazienti hanno presentato una più lunga risposta dopo aver ricevuto , che Azercabtagene zapreleucel potrebbe indicare la sua capacità di fungere da efficace terapia ponte per il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche. ( Xagena2021 )
Fonte: American Society of Hematology ( ASH ) Annual Meeting, 2021
Emo2021 Onco2021 Med2021 Farma2021
Indietro
Altri articoli
Opdivo a base di Nivolumab nel linfoma di Hodgkin classico: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Modelli di progressione dopo inibitori del checkpoint immunitario per il linfoma di Hodgkin: implicazioni per la radioterapia
Gli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) hanno dimostrato tassi di risposta notevoli nel linfoma di Hodgkin ( HL...
Rischio di cancro al seno a lungo termine nelle sopravvissute a linfoma di Hodgkin trattate con Doxorubicina
Un ampio studio retrospettivo ha dimostrato che un comune farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il linfoma di Hodgkin ( HL...
Brentuximab Vedotin più regime AVD per il trattamento di prima linea del linfoma di Hodgkin sfavorevole in stadio iniziale: studio BREACH
La prognosi dei pazienti con linfoma di Hodgkin sfavorevole allo stadio iniziale rimane insoddisfacente. Sono state valutate l'efficacia e la...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Esposizione ottimale alla Fludarabina per esiti migliori dopo la terapia con Axicabtagene ciloleucel per il linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo
La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...
Brentuximab vedotin con Doxorubicina, Vinblastina e Dacarbazina per il linfoma di Hodgkin correlato all'HIV in stadio II-IV
Brentuximab vedotin ( Adcetris ) in combinazione con Doxorubicina, Vinblastina e Dacarbazina ( regime AVD ) è approvato nella terapia...
Immunoterapia a base di Nivolumab associato a Brentuximab vedotin, un anticorpo monoclonale anti-CD30, nei pazienti recidivanti con linfoma di Hodgkin classico già sottoposti a trapianto autologo
In alcuni pazienti il linfoma di Hodgkin può non-rispondere al trattamento iniziale o ripresentarsi dopo un’apparente risposta poco tempo dopo...
Pembrolizumab più Vorinostat induce risposte nei pazienti con linfoma di Hodgkin refrattario a precedente blocco di PD-1
Uno studio di fase 1 ha valutato l’aggiunta di Vorinostat ( Zolinza ) a Pembrolizumab ( Keytruda ) nei pazienti...
Ibrutinib più RICE o RVICI per linfoma non-Hodgkin maturo a cellule B recidivato / refrattario in bambini e giovani adulti: studio SPARKLE
I risultati della Parte 1 dello studio globale di fase 3 SPARKLE, in aperto, randomizzato, supportano la valutazione continua di...